Cosa lega Marcuse e
Jean-Paul Sartre, Che Guevara e Jim Morrison, Frantz Fanon e la Pantere Nere,
gli hippie e Allen Ginsberg, Bob Dylan e i Pink Floyd? Quali sono le tradizioni
e le innovazioni che costituiscono il pensiero contemporaneo, da dove arrivano
le modalità di lettura e di comprensione del reale che sono proprie all'oggi?
In breve, quali sono le radici del presente, da quale ideale discende l'attuale
reale, chi ha posto le premesse del nostro mondo? E ancora, quali sono le correnti
che hanno modificato la nostra percezione del reale e fin dove possiamo
risalire? In questo studio si cerca di rimontare il corso del tempo, riannodare
qualche legame, riconoscere le origini. Il libro ricostruisce, in una grande
narrazione plurale, gli anni della controcultura e i suoi protagonisti che, tra
la fine della seconda guerra mondiale e il 1980, tra teoria, arte e prassi,
hanno scosso gli equilibri politici e culturali del pianeta e cambiato il
mondo. Perché rivoluzioni al plurale? Perché si è trattato di un grande
movimento generazionale, collettivo e mondiale. Questo gruppo, che potremmo
paragonare alla folla di grandi personaggi radunati dai Beatles nel 1967 sulla
foto di copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, ha da tutti i punti
di vista attivato quei processi di innovazione e cambiamento che definiamo, al
plurale, "rivoluzioni". Questi legami e le loro mille possibili
relazioni sono la materia di cui è formato questo libro, che spazia tra poesia
e musica, politica e riflessione sociale, storia e rivolta, usando alcuni nomi
e scritti come aree di confronto, zone critiche, pensieri di riferimento. Per
costruire un mosaico dei sogni ma anche delle speranze.
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