Di Brilliant Orange
Simon Kuper ha scritto che «usa il calcio per comprendere una nazione». Ma
questa lode meritata deve anche essere capovolta: David Winner usa la cultura,
la storia, l’arte e il paesaggio dell’Olanda per comprendere il totaalvoetbal. Brilliant
Orange è così un vero e proprio libro totale sul calcio olandese e sulla sua
enorme influenza, da Amsterdam a Barcellona e oltre, da Rinus Michels a Van
Basten, da Rijkaard a Guardiola. Winner racconta come un piccolo paese abbia
avviato la rivoluzione del football moderno e in Johan Cruijff abbia trovato il
massimo esponente di quella genialità nevrotica, il giocatore e poi
l’allenatore simbolo. Cruijff è il giovane che non rispetta le regole e sul
campo di calcio fa quello che i giovani Provos facevano per le strade
nell’Olanda degli anni Sessanta. Ma l’autore ci mostra che il ribelle e i suoi
compagni tanto si opponevano quanto continuavano, innovandola, la tradizione. Perché
quella modernissima concezione del calcio fondata sullo sfruttamento e il
controllo dello spazio di gioco proseguiva, in nuovi modi, la secolare
battaglia degli olandesi per stappare terre al mare, e la geometrica perfezione
dei quadri di Mondrian ritornava, in diversa forma, nei «Tulipani» su un prato
erboso.
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