Oggi ricostruire fatti
di sangue è diventato un intrattenimento di massa – più o meno l'unico, si
direbbe. Ma c'è stata un'epoca non lontana, e peraltro abbastanza sanguinaria,
in cui l'assassinio gratuito di un ragazzo da parte di due suoi coetanei veniva
presentato, sulle prime pagine di tutti i giornali, come «Il delitto del
secolo». Accadde a Chicago, negli anni Venti. Due ricchi studenti ebrei, Nathan
Leopold e Richard Loeb (che qui si chiamano Judd Steiner e Artie Straus),
avevano progettato un delitto perfetto, ma come chiunque indulga a questo
genere di fantasticheria finirono per commettere un imprevedibile errore, che
li mise rapidamente al centro di un clamoroso processo. Fu un caso che
affascinò per decenni i migliori appassionati del crimine, ispirando a Hitchcock
Nodo alla gola, e a Meyer Levin questa travolgente indagine, che diventa via
via una superba costruzione romanzesca, dove, come in un grande film classico,
protagonisti e comprimari – avvocati, reporter, psicoanalisti – fanno fino in
fondo, come meglio non si potrebbe, la loro parte. Mentre a noi, per una volta,
non resta che leggere.
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