"Fa bene a tutti
perdere la facciata della propria casa, sentire lo stridore dei freni davanti
al proprio figlio o vedere sparare alla schiena al proprio innamorato. Ho
sempre detestato frequentare gente che non ha mai dovuto scavalcare un
cadavere." A Herra Bjornsson tutto questo è capitato. Ma non solo. Le è
capitato anche di baciare il più famoso dei Beatles quando erano solo ignoti
scarafaggi appena sbarcati ad Amburgo e di incrociare in una bettola di Parigi
lo sguardo libidinoso di Sartre. Le è capitato di attraversare la guerra con
un'unica ricchezza, due perle della collana di Casanova, peccato che un soldato
tedesco alto e idiota le abbia viste e se le sia mangiate. Ha scaricato più di
un uomo con la frase: "È arrivato il taxi", compreso, ancora in sala
parto, il padre del suo primogenito. Ha fatto tre figli con nove uomini,
conoscendo le canaglie di mezzo mondo. Nipote titolata del primo presidente
d'Islanda, ha attraversato il vecchio continente e si è spinta fino in
Sudafrica e in Argentina, ha conosciuto le guerre e si è fatta nuovi amici (e
spasimanti) su Facebook. È sopravvissuta ai figli privi di talento e a tutte le
terribili nuore. Ma ora, chiusa in un garage nella sua amata Reykjavik, in
compagnia di un computer portatile, due stecche di Pall Mall e una bomba a mano
di fabbricazione tedesca, è decisa a battere sul tempo la propria malattia. Non
senza aver preparato la sua ultima, grandiosa vendetta...
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