Perché le matite gialle
vendono di più delle altre? Perché Flaubert veste di blu Emma Bovary? Perché
nei dipinti di Mondrian il verde non c'è mai? E perché invece Hitchcock lo usa
in abbondanza? Nella società delle immagini il colore informa, come nelle mappe.
Seduce, come in pubblicità. Narra, come al cinema. Gerarchizza, come nelle
previsioni del tempo. Organizza, come nell'infografica. Valorizza, come nei
cosmetici. Distingue, come negli alimenti. Oppone, come nella segnaletica
stradale. Si mostra, come nei campionari. Nasconde, come nelle tute mimetiche.
Si ammira, come nelle opere d'arte. Infine, nell'esperienza di ciascuno, piace.
Tutto questo accade grazie a qualche tecnologia. In primis quella dei mass
media, che comunicano e amplificano le abitudini cromatiche. Il pubblico
osserva, sceglie, impara; finché queste consuetudini non standardizzano la
percezione e il colore comincia a parlare da solo, al punto da sembrare un
fatto naturale. Intrecciando storie su storie, e con l'aiuto di 400 illustrazioni,
Falcinelli narra come si è formato lo sguardo moderno, attingendo all'intero
universo delle immagini: non solo la pittura, ma anche la letteratura, il
cinema, i fumetti e soprattutto gli oggetti quotidiani, che per la prima volta
ci fa vedere in maniera nuova e inconsueta. Tutte le società hanno costruito
sistemi simbolici in cui il colore aveva un ruolo centrale: pensiamo al nero
del lutto, al rosso del comunismo o all'azzurro del manto della Madonna. Ciò
che di straordinario è accaduto nel mondo moderno è che la tecnologia e il
mercato hanno cambiato il modo in cui guardiamo le cose, abituandoci a nuove
percezioni. Visto su uno smartphone, un affresco risulta luminoso come una foto
digitale. Le tinte cariche e brillanti dello schermo sono ormai il parametro
con cui valutiamo la purezza di ogni fenomeno cromatico. Chi ha conosciuto il
colore della televisione, insomma, non può piú vedere il mondo con gli occhi
del passato. Magari non ne siamo consapevoli, ma abbiamo in mente il giallo dei
Simpson anche di fronte a un quadro del Rinascimento. Cromorama ci racconta
come oggi il colore sia diventato un filtro con cui pensiamo la realtà. Perché
le matite gialle vendono di piú delle altre? Perché Flaubert veste di blu Emma
Bovary? Perché nei dipinti di Mondrian il verde non c'è mai? E perché invece
Hitchcock lo usa in abbondanza?
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