Edizioni Centro Studi
Erickson pubblica per la collana “Notti di luna vuota”, diretta dal pedagogista
Marco Dallari, il libro di Adalinda Gasparini e Claudia Chellini “Lupus in
fabula. Le fiabe nella relazione educativa”. Il volume guida il lettore nella geografia
dell’immaginario fiabesco invitandolo a mostrare ai bambini (poi adolescenti,
poi adulti) quello che l'educazione contemporanea tende ad attenuare, se non a
nascondere, ovvero la dimensione tragica della vita, con la quale pur sono in
contatto fin dalla più tenera età. Fra tutti i generi narrativi, l'universo
fiabesco è quello che più affonda le radici nella psiche individuale e
collettiva, nella complessità delle vicende vissute in differenti tempi e
culture, nelle credenze, nei gesti, nei riti da sempre presenti sulle scene
dell'esistenza umana. Questo volume nasce inoltre dal desiderio di favorire i
genitori, gli insegnanti, gli educatori e i bibliotecari che vogliono attingere
di prima mano al nostro patrimonio narrativo, quello che fa dell’Italia una
superpotenza culturale. Troppo spesso, infatti, raccontiamo fiabe di terza o
quarta mano prendendole, ad esempio, dal grande narratore del Novecento,
l’americano Walt Disney. Il volume vuole far riscoprire le fiabe tradizionali
che spesso narrano storie di conflitti che minacciano l'esistenza dei giovani
protagonisti, di rischi e di prove che devono affrontare, della via che possono
trovare per uscire da difficoltà apparentemente insormontabili, a patto che si
usi il potere salvifico della parola, si ascoltino coloro che si incontrano
lungo il proprio cammino e che si chieda loro aiuto. Dalle fiabe più classiche,
come “Giovannin senza paura”, pericolosamente incapace di ascoltare la voce
dell'inconscio, o “Tontonio”, uno scriteriato che riceve doni preziosi ma li
perde per l'incapacità di comprendere le parole del donatore, passando a storie
più contemporanee come “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Il volume è diviso in due
parti. Nella prima parte “Un’educazione pericolosa. Crescere senza incertezza,
senza pericolo, senza paura” incontriamo Cappuccetto Rosso e scopriamo che fu
riscritta dai Fratelli Grimm, con un lieto fine, partendo da una versione orale
antica dal finale tragico, e diventando così una delle fiabe più famose del
mondo. Le autrici cercano di dimostrare con questa fiaba come i genitori sicuri
di proteggere i figli, non avvertendoli dei rischi che possono correre, si
pongano come genitori ideali, e pertanto impediscano ai figli di imparare da
ciò che vedono. Nella seconda parte “Un’educazione paradossale. Crescere senza
arte né parte, scacciati e delegittimati” si raccontano invece storie più
contemporanee, postmoderne, come quella di Enzo Ceccotti, alchemico e
stralunato eroe che mangia solo budini industriali alla vaniglia, protagonista
del film italiano “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Una storia, quella di Enzo
Ceccotti da Tor Bella Monaca, raccontata con il più contemporaneo e popolare
dei linguaggi, quello cinematografico, capace però di rivelarsi degna della più
autentica tradizione fiabesca.
Questo libro si
inserisce all’interno della ricerca sulle strutture narrative delle fiabe
antiche e popolari che dal 2009 le autrici conducono. Partendo dallo studio
delle trecce topologiche hanno realizzato il progetto online Fabulando. Si
tratta di un sito che comprende sessantaquattro fiabe, per ciascuna delle quali
è disponibile un e-book e una nota di lettura che spazia fra educazione,
psicoanalisi e letteratura (http://www.fairitaly.eu/joomla/fabulando-ita).
Adalinda Gasparini e
Claudia Chellini dimostrano come la conoscenza dei territori non riguardi solo
la geografia dei luoghi, ma anche quella della psiche. Non a caso, sia in
questo libro che nel prezioso sito Fabulando da loro costruito, le autrici
collocano grande, complessa e bellissima carta geografica che indica
collegamenti e sovrapposizioni fra l’universo delle fiabe, con le loro
ambientazioni, i loro personaggi e i loro simboli, e l’universo della psiche,
con le sue risorse di conoscenza e di arbitrio, i suoi affetti, le sue contraddizioni
e i suoi misteri. “Lupus in fabula”
dimostra che la fiaba, come il mito, continua a vivere e a rivelarci, con i
suoi simboli e le sue metafore, nuovi dettagli della parte più affascinante e
segreta della nostra identità. Marco Dallari, direttore della collana di cui il
volume fa parte, nella prefazione scrive: “E questa è una bella e incoraggiante
sorpresa, perché ci rivela che la fiaba, come il mito, continua a vivere e
rinascere, e quella mappa dei sogni e dei racconti di magia continuerà ad arricchirsi
e a rivelarci, con i suoi simboli e le sue metafore, nuovi dettagli della parte
più affascinante e segreta della nostra identità personale e collettiva”.
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