XIX secolo. Austria e
Francia sono, sui campi di battaglia, acerrime nemiche. Perché allora
Massimiliano d'Asburgo, per volere del "nemico" Napoleone III, viene
nominato imperatore del Messico, un paese oggetto da tempo di violentissime
rivolte? Massimiliano è un sovrano illuminato, amante delle meraviglie della
natura e desideroso d'apprendere. Perché, nei suoi diari di viaggio, non parla
dell'acquisto di due diamanti considerati ancor oggi i più grandi e preziosi
mai estratti nel nostro emisfero? Ai giorni nostri. Una banale avaria costringe
Oswald Breil e Sara Terracini, in crociera a bordo del loro yacht Williamsburg,
a riparare in un porto appena a sud di Tijuana, Messico. A pochi metri di
distanza dall'approdo, viene ucciso un giudice che aveva fatto parte del pool
antinarcos messicano. Il giudice, scopriranno Oswald e Sara, stava cercando di
comunicare proprio con loro prima di cadere vittima della criminalità
organizzata. Ma i cartelli della droga, si sa, non perdonano e Oswald Breil è
una pedina scomoda... L'inestricabile matassa della storia spesso gioca
incomprensibili scherzi, collegando fatti lontani nel tempo e nello spazio con
un impercettibile filo. I diamanti di Massimiliano sono stati, secoli prima, le
basi sulle quali costruire un impero all'apparenza legittimo, ma grondante di
sangue innocente. L'unica luce che brilla sull'oscurità di uomini senza
scrupoli è quella che un enorme diamante giallo di 33 carati - il Maximilian II
- è capace di riflettere. Una pietra sulla quale grava un'antica maledizione e
che emana bagliori sinistri, capaci di offuscare persino "La luce
dell'impero".
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