Un'immersione nel più
sovraeccitato narcisismo artistico, quello dell'opera lirica, dove le star non
si placano mai. Un mondo popolato di astute primedonne, al cui confronto ogni
altro artista è un figurante.
«Sul palcoscenico
qualche personaggio viene sempre assassinato, e frequentando la Scala ho spesso
pensato che il suo splendore antico era il luogo ideale per un delitto vero, in
nome della grande musica, dei mitici direttori e cantanti, della frenesia di
rancori e gelosie che la percorrono ovunque, tra palchi vellutati, uffici
solenni, intrico di cupi corridoi, un tenebroso retro del palcoscenico,
camerini decrescenti nel lusso secondo l'importanza dell'occupante. Il
coltissimo Franco Pulcini, una biblioteca vivente della musica e della storia
della Scala, ha scritto finalmente con ironica maestria il giallo che
aspettavo, il misterioso e crudelissimo assassinio che solo la musica sublime e
i suoi appassionati seguaci potevano immaginare.» - Natalia Aspesi
Milano, novembre di un
futuro prossimo. Su un balcone del Teatro alla Scala viene assassinato il
direttore d'orchestra che avrebbe dovuto dirigere la Prima, la mitica serata
mondana del 7 dicembre. L'opera in programma è L'Arianna di Monteverdi, il cui
manoscritto, dato a lungo per disperso, è stato ritrovato da poco. Il titolo
gode di fama iettatoria e già nei tempi antichi aveva portato sciagure. Una
nuova tragedia avvolge così la prima opera tragica della storia. Ma
quest'Arianna è davvero l'originale del 1608? O il manoscritto è un banale
falso che potrebbe essere smascherato dall'ascolto? Manca solo un mese
all'inaugurazione, la situazione è drammatica, ma la macchina teatrale non si
può fermare. Se non si salva lo spettacolo, l'onore della Scala è in gioco.
Incaricato delle indagini è Abdul Cali, commissario arabo-siciliano, che non ha
mai messo piede nel tempio della musica. Dovrà inventarsi i metodi per dipanare
la matassa dove si annodano fosche passioni da palcoscenico, invidie,
nervosismi, reticenze, interessi erotici ed economici. Un'immersione nel più
sovraeccitato narcisismo artistico, quello dell'opera lirica, dove le star non
si placano mai. Un mondo popolato di astute primedonne, al cui confronto ogni
altro artista è un figurante. Insensibili al sangue versato alla vigilia della
Prima, si nascondono fino all'ultimo all'ombra dell'ipocrita necessità dello
show must go on.
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