Nel 2018 Frankenstein
compie duecento anni. Portati benissimo. Il romanzo è zeppo di tematiche
attualissime ed è giunto fino a noi grazie alla sua caratteristica di classico
non solo horror. Franco Pezzini, esperto di romanzi gotici, “decostruisce” e
ricostruisce l’opera secondo due direttrici: la prima è quella di approfondire
gli infiniti rimandi alla cultura dell’epoca (la Shelley era coltissima) e ai
testi antichi (Dante, il mito di Prometeo, la Bibbia, il Paradiso Perduto di
John Milton), mentre l’altra è quella di raccontare l’opera completamente,
senza tralasciare nessuno dei momenti
dell’intenso plot o delle atmosfere che il libro contiene. Tutto nacque a Villa
Diodati: nel 1816 (l’anno senza estate) una serie di amici tra cui Lord Byron,
il poeta Percy Bysshe Shelley, la sua futura moglie Mary Godwin e il medico
John Polidori, annoiati dalla pioggia, decidono di leggere alcune storie di
fantasmi tratte dalla collettanea Fantasmagoriana. La lettura di queste storie
truculente (descritte dal Pezzini nei dettagli) “funge da motore per quello che
sarà l’evento di svolta per la nascita del fantastico moderno”. «Ognuno di noi
scriverà una storia di fantasmi» dichiarò Lord Byron, o almeno questo è quello
che ricostruisce la stessa Mary Shelley. Leggiamo della genesi della storia di
Victor Frankenstein e del primo vampiro della storia, (protagonista della
storia di Polidori) nella prefazione del 1831 alla nuova edizione di quello che
già dal 1818 è un romanzo di successo. Anche se, ci spiega il Pezzini, anche
questa è una geniale ricostruzione romanzesca voluta dall’autrice. Nel “come lo
feci” l’autrice racconta che Percy e Lord Byron avessero parlato
dell’esperimento di Erasmus Darwin, padre del più celebre Charles, sui
lombrichi e come questo avesse scatenato in lei una visione, la notte stessa,
in cui al posto del lombrico ad essere rianimato dall'elettricità fosse un
essere dalle fattezze umane! Il valore aggiunto di questo volume sta proprio
nel rendere funzionale al racconto dell’opera protagonista i rimandi letterari,
autobiografici, geografici, scientifici e filosofici. Capiamo grazie al Pezzini
la collocazione dell’opera nella letteratura globale, anche grazie a dei
completissimi box che evidenziano l’importanza delle sue filiazioni: dalle
serie TV (ultima, ma non meno importante, Penny Dreadful) ai cult movies (uno
tra tutti il Frankenstein di James Whale, con Boris Karloff), dalle canzoni a
tema, ai numerosi giochi (dai Lego ai videogames per Nintendo e Pc), oppure
agli innumerevoli apocrifi e molto altro. Completo di un variegato corredo
iconografico per solleticare ancora di più l’immaginario degli appassionati del
mostro, Fuoco e carne di Prometeo si candida ad aprire i festeggiamenti per il
bicentenario di uno dei mostri più terribili, profondi e amati di tutti i
tempi.
Franco Pezzini è
studioso dei rapporti tra letteratura, cinema e antropologia, con particolare
attenzione agli aspetti mitico-religiosi e al fantastico. Tra i fondatori della
rivista L’Opera al Rosso, è membro del Coordinamento di Redazione de L’Indice
dei libri e della redazione di Carmillaonline. Collabora alle pagine culturali
di Avvenire e alla rivista online LN.librinuovi.net. Tra i numerosi saggi
pubblicati: con Arianna Conti, Le vampire. Crimini e misfatti delle
succhiasangue da Carmilla a Van Helsing (Castelvecchi 2005); con Angelica
Tintori, The Dark Screen. Il mito di Dracula sul grande e piccolo schermo
(Gargoyle Books 2008) e Peter & Chris. I Dioscuri della notte (Gargoyle
Books 2010); oltre a saggi e articoli in antologie e riviste di vario genere. È
animatore della Libera Università dell’Immaginario, con cui tiene da anni corsi
monografici. Per Odoya ha già pubblicato: Victoriana. Maschere e miti, demoni e
dèi del mondo vittoriano (2016) e, per la stessa collana, L'importanza di
essere Lucio. Eros, magia & mistero ne L'asino d'oro di Apuleio e L’odissea
di Encolpio. Sesso, licantropi & labirinti nel Satyricon di Petronio
(2017).
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