Per ridere, per
riflettere, per lasciarci appesi una domanda, un dubbio. Venticinque anni di
consuetudine quotidiana raccolti in un volume, duemilacinquecento opinioni che
Serra si diverte a rileggere, commentare e reinterpretare, aggiungendo qui e là
la sua voce di oggi a quella di ieri. Diffidate di chi non sa ridere. In genere
non sa neanche piangere. Dal 1992 al 2017 Michele Serra, prima dalle pagine
dell'«Unità» con la rubrica «Che tempo fa», poi da quelle della «Repubblica»
con le sue amache, ci ha abituato ogni giorno a un suo corsivo. Per ridere, per
riflettere, per lasciarci appesi una domanda, un dubbio. E venticinque anni di
consuetudine quotidiana sono un anniversario che merita un regalo. Nasce così
l'idea di selezionare e raccogliere in questo volume cento corsivi per ciascuno
di questi anni: duemilacinquecento opinioni, che Serra qui si diverte a
rileggere, commentare e reinterpretare, aggiungendo qui e là la sua voce di
oggi a quella di ieri e aprendo ogni anno con un riassunto dei principali
avvenimenti (ma non solo) che diviene sintesi fulminante in grado di restituire
la complessità del nostro vivere e delle nostre insensatezze. In fondo al
volume una serie di apparati consente al lettore più curioso un'indagine
trasversale dei testi – attraverso i protagonisti, i partiti, le tematiche che
ci hanno scosso per un quarto di secolo –, per tutti gli altri resta il gusto
di sfogliare le pagine, come si sfoglia un album di fotografie. Per ricordarci
chi siamo guardandoci allo specchio.
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