La prima opera
letteraria di un grande attore che dà conto della sua passione di
collezionista. Diciassette racconti, diciassette storie di macchine per
scrivere. Uno strumento desueto e affascinante che torna a dare valore alla
parola soppesata, scelta, infine composta e impressa nella carta.
Tom Hanks ha cominciato
a scrivere questa raccolta di racconti nel 2015. “Nel frattempo ho girato film
a New York, Berlino, Budapest e Atlanta e ho sempre scritto mentre lavoravo. Ho
scritto in albergo durante i tour di lancio dei film. Ho scritto in vacanza. Ho
scritto sugli aerei, a casa, e nel mio studio. Quando ho potuto permettermi un
impegno regolare ho scritto la mattina, dalle nove all’una.” A scatenarlo così
la passione per le macchine per scrivere – le colleziona da tempo – che si è
trasformata in passione per le storie sulle macchine per scrivere: Hanks ha
anche creato un’app, Hanx Writer, che simula sul telefono o su un pad la
scrittura e il suono di una macchina per scrivere e non dà la possibilità di
correggere gli errori. In questi diciassette racconti la presenza dell’oggetto
tanto amato è forte e chiara, sia per la vista che per l’udito. Che cos’hanno
in comune una ragazza che non sa cosa fare di sé, un uomo anziano ricchissimo e
annoiato, in cerca di emozioni da pagare a suon di milioni di dollari, un
giocatore di bowling capace di compiere un’impresa incredibile, una guardinga
neodivorziata che trasloca in un quartiere nuovo coi suoi due bambini, un
immigrato sopravvissuto a una guerra alle prese con la ferocia e la solidarietà
di New York? Una macchina per scrivere, appunto. Che ticchetta in sottofondo,
segnando il passo di una prosa sicura e sfaccettata. “Ciascuna macchina per
scrivere imprime nella carta una traccia permanente dell’immaginazione
attraverso tasti, martelletti, stoffa e inchiostro: una versione più morbida
dell’incidere le parole nella pietra.”
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