L'arcipelago
professionale, cognitivo ed umano racchiuso da Michela Guerra (Lilly, per
tutti) è perennemente in costruzione e si arricchisce giorno dopo giorno di
nuove sorprese. Una forza propulsiva inarrestabile capace di provocare un
incredibile tsunami emotivo, ma anche di sprigionare energie professionali che
per certi versi apparivano invalicabili. Rompere vecchi schemi non è un
esercizio sterile, fine a se stesso. Diventa, al contrario, un'operazione
inevitabile per assecondare i suoi intimi convincimenti.
Al centro del suo mondo
c'è sempre il bambino inteso nella sua globalità: ragazzo, uomo, adulto. Ed
ecco, allora, che educare viene inteso come “ex ducere”, ovvero “tirar fuori”.
Lilly è sempre capace in ogni momento di tirar fuori il meglio in ognuno di noi.
È capace di coglierlo in ogni singolo aspetto per poi farlo riconoscere
all’altro da sé.
Insomma, fare formazione
con Lilly non vuol dire semplicemente acquisire nozioni ma anche e soprattutto
imparare ad ascoltare, mettersi in discussione, entrare nella vita, tua e degli
altri. Significa appropriarsi di sé e dare forma all'azione per poter indossare
abilmente i panni di educatore, insegnante, assistente, ma pure di qualsivoglia
tipo di mestiere, in maniera autentica, consapevole e coinvolgente. Le parole
diventano grimaldelli per entrare nel mondo, aprendo mille interrogativi sul
valore intrinseco delle cose e della vita. Un mondo dove nulla è scontato. Dove
tutto si rinnova, ma al centro resta sempre l’uomo. Con il proprio vissuto e le
proprie identità. Senza infingimenti. Senza ipocrisie. Con il cuore e con la
testa. (Antonio Greco)
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