L’urlo di euforia, per me questo rappresenta
l’unica cosa vera in grado di ridonare unità al corpo e all’anima di un
guerriero e non solo. L’urlo primordiale delle opere a carboncino su carta
sembra sostare poco nella definizione di un’espressività conclusa, quasi a
voler cercare -subitaneamente e altrove- un senso abbandonato a terra da un dio
sconosciuto e silenzioso, interpretato nella pura metamorfosi di un’anima che
si fa carne, e mai viceversa.
Il gesto è istintivo ed elimina l’equivoco di
rievocare ogni formalismo: il neonato scopre la luce, urla e continuerà a farlo
ogni qualvolta sentirà l’esigenza di comunicare un bisogno, un’emozione, un
puro atto del suo esistere al mondo. Paride Pino afferma: cosa urliamo? Credo,
la nostra volontà di lottare per vivere. L’urlo è di colui che non ha ancora
paura di nulla. (Eliana Masulli)
Paride Pino è nato a Galatina nel 1987. Dopo aver
conseguito il diploma e la qualifica di Maestro d’Arte presso l’Istituto d’Arte
G.Pellegrino di Lecce inizia un percorso sia pratico che intellettuale nel
mondo della magia e dell’esoterismo caratterizzato da un approccio storico e
antropologico. I suoi studi lo portano a sviluppare e consolidare, grazie anche
all’aiuto di esperti, un pensiero divulgativo sul tema magico-esoterico,
passando dall’arte e dalla scrittura, con mostre e pubblicazioni. Attualmente
scrive e collabora nella collana di Filosofia Esoterica de I Quaderni del Bardo
Edizioni di Stefano Donno
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