Con le sue 101 storie ambientate sulla linea
ferroviaria Lecce/Bari, Tonia ci racconta la vita di un pendolare italiano con
le sue difficoltà, le sue fatiche, ma anche con la ricchezza e con la capacità
di adattamento alle situazioni che spesso solo noi del Belpaese sappiamo
trovare. Questo libro, che è a tutti gli effetti un blog cartaceo, descrive i
personaggi, coi loro tic, le loro immagini, i loro comportamenti, i loro volti,
tanto veri quanto stereotipati, che si possono incontrare salendo e provando la
routine giornaliera su una delle innumerevoli tratte ferroviarie che da Nord a
Sud sono utilizzate dai pendolari. Allo stesso tempo è la rappresentazione,
descritta con un modo e uno stile narrativo secco, talvolta ironico, sempre efficace,
della situazione del trasporto pubblico locale in Italia. Otto anni e passa di
crisi economica e di scelte conseguenti nella gestione dei bilanci e dei
servizi pubblici ispirati all’unica ricetta dell’austerità, hanno “unito” il
Paese nella qualità del trasporto pubblico locale. Purtroppo l’hanno unito
verso il basso.
Oggi, per raggiungere il posto di lavoro, sono
circa tre milioni i pendolari italiani che trascorrono più tempo sui mezzi,
rispetto ai loro “colleghi” dell’Unione europea. Il nostro primato negativo ha
un costo in termini di produttività sul lavoro, in termini di qualità della
vita, di impatto ambientale. Nonostante queste difficoltà c’è, da parte dei
cittadini, una richiesta sempre maggiore di servizi di mobilità. Spostarsi e
vivere da pendolari è un’esigenza dovuta a scelte di vita e di lavoro a cui la
nostra società non può più fare a meno.
È anche il modo per tenere vive, dal punto di vista
economico e sociale, tante piccole comunità, che possono diventare sempre più
luogo di residenza (non dormitorio) erogatore di servizi per i nuclei
familiari, a fronte delle città/metropoli che invece sono luogo di lavoro e
produzione di reddito.
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