«Mi sorride da lontano,
il Ionio stupendo, più bello di ogni altro mare ch’io mi conosca, ne’ suoi
effetti pittoreschi, nelle tinte ammaliatrici: d’un azzurro cupo in estate,
fulgidamente opalino in autunno, appena ceruleo in primavera, d’indaco e
lampeggiante come un’infinità di scagliette di oro in certe giornate d’inverno;
mare circoscritto, flessuoso, che snodandosi alla mia vista fra due ale di
monti, penetrando di seno in seno in questo meraviglioso Bosforo siciliano,
desta, con l’idea di un placido infinito, il sentimento d’un’armonia vigorosa.»
Riproponiamo di Edoardo
Giacomo Boner un libro prezioso, uscito nel 1895, dedicato ai miti delle acque.
Il suo autore, personaggio eclettico, merita di essere ricordato per
quest’opera che, prima del celebre saggio di Mircea Eliade Trattato di storia
delle religioni (uscito a Parigi nel 1948 e, a cura di Ernesto De Martino,
tradotto da Einaudi nel 1954), affronta il tema lontano da schemi idealistici e
veristi. L’acqua che Talete, per tradizione aristotelica primo filosofo
dell’Occidente, pone all’origine di ogni cosa, è anche fonte di innumerevoli
mitologie. Se la Bibbia ricorda le acque dell’inizio e il Diluvio Universale,
se il cristianesimo porta al centro dell’attenzione il rito del battesimo,
Greci e Latini conoscevano fonti miracolose e oracolari. Noi disillusi dopo le
esperienze di Leonardo, che invita a studiare l’acqua nei suoi aspetti
meccanici, e dopo Cavendish e Lavoisier che ne definirono nel 1781 la
composizione e la formula chimica, non riusciamo più a vedere nei riflessi di
questo liquido gli innumerevoli miti che ha generato. Boner ci aiuta a
osservare meglio questo universo celato. Insomma, l’acqua è qualcosa di più di
ciò che ricopre con le sue estensioni il settanta per cento del nostro pianeta
e forse ve n’è una parte nella nostra anima, oltre che nel corpo.
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