Scelto da Robert McCrum
(Observer, The Guardian, Faber & Faber) per occupare il 39° posto nella
lista dei 100 romanzi imperdibili di tutti i tempi (The Guardian), Mr Polly
racconta una storia attualissima, che spiega come rivoluzionare la propria esistenza.
Wells mette in campo una piccola parabola socialista in cui un uomo di mezza
età si libera di casa, lavoro e matrimonio per abbracciare uno stile di vita
che lo rende più felice. "Se il quoziente intellettivo medio della nostra
società fosse di poco superiore a quello di un povero idiota, la gente avrebbe
già dato fuoco a buon parte di Londra e di Chicago, tanto per fare un esempio,
e al posto di questi ammassi pestilenziali di putride proprietà private avrebbe
costruito città più sane e vivibili". (H.G. Wells La storia di Mr Polly)
Chi non ha mai pensato di dare fuoco alla
propria stanca esistenza e ricominciare da capo? Mr Polly, un piccolo
commerciante annoiato, fa conseguire i fatti a un pensiero fisso: incendia casa
e bottega, lascia la moglie e parte in cerca di una vita migliore. La sua
esistenza è come quella di tanti: determinata da scelte di circostanza. La
piccola rivoluzione insita in questa storia consiste nel liberarsi dalle scelte
di vita “capitate” e volere finalmente qualcosa. Ma cominciamo dall’inizio.
Elfrid Polly, fervido inventore di neologismi, “preferisce il lavoro alla
scuola” così decide di avviarsi all’apprendistato in un grande magazzino in cui
lavora (poco) e bighellona (molto) con alcuni compari. Le loro avventure
ricordano Tre uomini in barca: lo stesso spensierato umorismo dei tre giovani
“gentiluomini” di Jerome K.Jerome. Ecco però che il padre passa a miglior vita
e gli lascia una discreta somma. Dopo una vacanza in bicicletta da “uomo
libero”, la forte pressione sociale e famigliare ⎼ descritta con toni umoristici ⎼ lo convincono ad
avviare una piccola attività in riva al mare, nel piccolo, sonnacchioso
villaggio di Fishbourne. Facendo seguito a un ragionamento ad alta voce, chiede
la mano della cugina Miriam. Segni particolari: Miriam ride forte alle battute
di Elfrid ed è mostruosamente brava nelle faccende di casa. Mr Polly percepisce
il suo matrimonio come un incidente e la penna impeccabile di Wells ci regala
questa considerazione ricca di ironia:
"Doveva sposarsi
per volontà della società: quella stessa società che in tempi passati aveva
stabilito che altri poveri cristi dovessero essere condannati con sontuosi
cerimoniali, da propri simili severi quanto inesorabili, a essere annegati,
bruciati o impiccati". Stessa sensazione accompagna la sua attività di
“shop manager”, solo i libri lo salvano dal tedio di quella piccola bottega
fonte di ben poche soddisfazioni, anche pecuniarie... Matura così nel suo
cervello un’insopprimibile voglia di scappare da quella situazione. Sarà un
profetico e didattico brano di Marx a confermare che le piccole botteghe hanno
sempre contribuito all’indebitamento più che alla felicità dei propri gerenti e
Mr Polly (come Fantozzi con il ragionier Folagra) sarà illuminato da quelle
parole: questo brano segna un punto di svolta nella trama. È una sorta di
attualissimo consiglio ad entrare a far parte dell’intelletto collettivo a
discapito del proprio tornaconto individuale. È così che il protagonista matura
la decisione di farla finita con tutto, dare fuoco al negozio (e alla casa
sopra di esso) e tagliarsi contestualmente la gola. La decisione arriva
repentina, seguendo questa raffica di domande e un’unica risposta: "La sua
vita aveva mai avuto un inizio? Mai! Si sentiva come se la sua anima fosse
stata soffocata e i suoi occhi bendati fin dalla nascita. Perché aveva vissuto
in quel modo? Perché si era sempre piegato alle circostanze, perché aveva
preso tante cantonate? Perché non aveva mai insistito per ottenere le belle
cose che desiderava, non le aveva mai veramente cercate, non aveva mai lottato
per esse, mai rischiato la vita piuttosto che rinunciarvi? Quelle erano le cose
che contavano, non la sicurezza".
E da qui inizia la
seconda parte del romanzo e della vita di Elfrid Polly. L’incendio va in porto
e rischia di dar fuoco a mezza Fishbourne. Ma il suicidio no, e il tentativo di
salvare dalle fiamme la mamma del vicino –
scena divertentissima, quella del salvataggio della vecchia signora – lo
scagionano dal sospetto di essere l’artefice del fuoco. Da qui inizia il libero
e leggero vagabondaggio del nostro eroe atipico per il countryside inglese,
alla ricerca di un senso, della felicità, ovvero di quel che potrebbe
piacergli. Un donchisciottesco peregrinare tra ricordi e incontri fortunati, un’amicizia
a prima vista (molto più certa del coup de foudre) e zuffe furibonde che vedono
il nostro nei panni inediti del combattente per la propria serenità. Come va a
finire? Wells consiglia di mollare tutto e cambiare vita? Sì, eccome, e nella
semplicità di un tramonto con la nuova amica (battezzata la grassignora)
troverà le parole per descrivere la vita che gli calza a pennello: Sono stato
creato per amare tramonti e cose del genere. Un libro che fa riflettere
divertendo, un gioiellino dell’epoca edoardiana che solleva potenti
interrogativi esistenziali. Effetti collaterali: l’impulso fortissimo a
cambiare radicalmente quello che non va nella propria esistenza.
Herbert George Wells
(1866-1946) è stato uno scrittore britannico tra i più popolari della sua
epoca, tutt’oggi stimatissimo come uno degli iniziatori del genere letterario
fantascientifico. Di modesta condizione sociale, esercitò diversi mestieri tra
cui il commesso di bottega prima di vincere, a vent’anni, la borsa di studio
per la Normal School of Science di Londra. Il suo primo romanzo avveniristico
fu il capolavoro di fantascienza sociale La macchina del tempo (1895), cui
seguirono, con altrettanto successo, L’isola del dottor Moreau (1896), L’uomo
invisibile (1897) e La guerra dei mondi (1898). Di forte orientamento
socialista e militante, Wells entrò nel 1903 nella Fabian Society (come G.B.
Shaw) e scrisse articoli, saggi e romanzi di forte tensione verso gli ideali di
libertà e giustizia sociale. Il filone della sua prolifica produzione narrativa
stranamente meno noto in Italia è invece quello umoristico, di cui La storia di
Mr Polly (1910) rappresenta l’esemplare più riuscito. Dal romanzo sono stati
tratti l’omonima pellicola di Anthony Pellisier (1949), con il premio Oscar
John Mills nel ruolo di Polly, e tre serial televisivi prodotti dalla BBC
(1959, 1980, 2007).
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