Il protagonista di
questo libro, un cineasta in crisi d’ispirazione, si ritrova catapultato in
Africa, nel Congo Brazzaville, sulle tracce della mitica figura di Pietro
Savorgnan di Brazzà, un esploratore italo-francese i cui metodi pacifici hanno
rappresentato il versante perdente del colonialismo: oscurato dall’astro
violento di Henry Morton Stanley, Brazzà lottò contro il sistema schiavistico,
tanto da conquistarsi l’amicizia del popolo congolese e da dare il nome alla
capitale del paese. Tra colonnelli decaduti, re esiliati, villaggi sperduti
nella foresta, compagni di viaggio improbabili e il nume tutelare e
allucinatorio del regista Werner Herzog a perseguitarlo in sogno, il
protagonista viene spinto dal caso e dall’incoscienza verso situazioni e luoghi
estremi, al centro di un intrigo politico e nel cuore segreto di una cultura
millenaria, tra i richiami indecifrabili di quell’“eccesso di realtà” che è
l’Africa equatoriale. Ma proprio quando il suo viaggio sembra rivelarsi
definitivamente insensato, riesce per qualche ora a trasformarsi nel bianco del
re, attraversando una sconnessa teoria di incontri ed esperienze
indimenticabili.
Nessun commento:
Posta un commento