"Bevve il terzo
bicchiere a occhi chiusi. Poi ne bevve un quarto e solo allora si eresse in
tutta la sua altezza, spinse il petto in fuori, gonfiò le guance e tornò a
essere quello che tutti erano abituati a vedere. Si guardò intorno, osservando
le facce che fluttuavano tra le nuvole di fumo, e contrasse le labbra in una
smorfia, la sua famosa smorfia, feroce e patetica insieme, che alla fine
produsse l'effetto desiderato, li fece ridere, come a teatro faceva ridere la
platea, il tipico riso nervoso di chi per un attimo ha avuto paura.". «Forse
questo è il libro che i critici mi chiedono da tanto tempo e che ho sempre
sperato di scrivere» azzarda Simenon, che ha terminato "Le persiane
verdi" in una sorta di stato di grazia, all'indomani della nascita del
secondo figlio. Ha tutte le ragioni di essere soddisfatto: è riuscito a
scolpire una figura larger than life, Emile Maugin, celeberrimo attore giunto,
a sessant'anni, all'apice del successo e della fama, che un giorno apprende di
avere, al posto del ventricolo sinistro, «una specie di pera molle e
avvizzita». «Maugin non è ispirato né a Raimu, né a Michel Simon, né a W.C.
Fields, né a Charlie Chaplin» afferma risolutamente Simenon nell'Avvertenza. «E
tuttavia, proprio a causa della loro grandezza, non è possibile creare un
personaggio dello stesso calibro, che faccia lo stesso mestiere, senza prendere
in prestito dall'uno o dall'altro certi tratti o certi tic». Ciò detto, taglia
corto, «Maugin non è né il tale né il talaltro. È Maugin, punto e basta, ha
pregi e difetti che appartengono solo a lui». Pregi e difetti alla misura del
personaggio: dopo un'infanzia sordida, ha lottato, perduto, vinto, amato,
desiderato, conquistato e posseduto tutto - donne, fama, denaro -, e coltiva la
propria leggenda abbandonandosi a ogni eccesso. Prepotente, scorbutico, cinico
(ma segretamente generoso), regna da tiranno su un piccolo mondo di sudditi
devoti e trepidanti, fra cui la giovanissima e amorevole moglie, ma vive nella
costante paura della morte e nella nostalgia dell'unica cosa che non ha mai
conosciuto: la pace dell'anima - quella cosa tiepida e dolce a cui il suo
desiderio attribuisce la forma di una casa con le persiane verdi.
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