Con buona pace del
presidente della FIFA Sepp Blatter il calcio non è uno sport “very macho”.
Questo libro è stato scritto per dimostrarlo. Già nel 1971 nasce uno dei primi
gruppi organizzati di tifose italiane: il Milan Club Femminile Stella di
Saronno, omaggiato per il suo primo compleanno dal grande Nereo Rocco (nel
libro, ampiamente illustrato, si trova una foto dell’evento). Le milaniste
avrebbero subito ispirato anche un’altra tifosa appassionata: Nella Grossi, che
fondò un club per sole donne nella sua Pescara, il “Delfino”. A lei si deve la
frase ≪Però la mia passione è
il Milan, e da questa non mi distoglierai mai, perché lascerei di sicuro prima
te≫. Niente male come
risposta a una proposta di matrimonio! Tifose rende giustizia alle grandi
aggregazioni femminili come Le Galline Padovane, Le Zebre di Udine, le mitiche
SLAS del Torino (acronimo di Susanna, Luisa, Anna e Silvia, iniziatrici del
club); il Roma Club Aurora, Le Girls e poi Chicas doriane, le Signore Azzurre del Napoli (una cui
esponente spicca in copertina), le Aquilotte Laziali, le Monelle del Chievo e
molte, molte altre. Pazzie, aneddoti, emozioni, trasferte, beneficienza,
solidarietà femminile, passione e molta, molta amicizia contraddistinguono le
gesta dei club femminili italiani, ma questa massa poco rappresentata non è la
sola: le tifose si fanno sentire in tutti gli stadi del mondo… o quasi. Addirittura
nel 1894 inizia l’attività della prima donna del football: l’inglese Nettie
Honeyball che fu tifosa e calciatrice. Tantissime le donne alle partite
brasiliane ⎼
lì il futebol è quasi una religione ⎼ si stima che abbiano
toccato il 45% durante i mondiali del 2014. Ma anche le donne turche non
scherzano, anzi sono più degli uomini. Agguerrite le Ladies of Beşiktaş che per
coprire i cori sessisti portano allo stadio rumorosissimi fischietti. È bello
sapere che grazie a una nuova legge le donne dell’Arabia Saudita non solo
potranno guidare, ma anche entrare negli impianti sportivi! Dove invece ancora
non è prevista una reale “liberalizzazione” del tifo femminile è l’Iran, segno
che la discriminazione è ancora forte e violenta in questi paesi.
Marta Elena Casanova,
esperta anche di moda, riesce in questo libro a coniugare vari aspetti del
fenomeno: dal modo di vestirsi delle tifose a quello di
autorappresentarsi, come nelle foto di
thisfangirl: il sito inglese che è nato per contrastare l’assidua ricerca
giornalistica della “più figa sugli spalti”, fino alle questioni più serie. Infatti dichiara in chiusura: “Non si tratta
solo dei colori di una maglia e di una ‘battaglia’ di novanta minuti, ma di
qualcosa di culturale, a volte un discorso politico”.
A volte il tifo porta
le donne verso ruoli professionali nel mondo del calcio. Ne sono un esempio le
donne arbitro come l’egiziana Sarah Samir, la tedesca Bibiana Steinhaus o
l’italiana Carmen Gaudieri, qui oggetto di una bella intervista (ce ne sono
svariate nel volume). Seguono le storie di donne all’interno delle società, una
tra tutte Edelmira Calvetó del Barça di inizio Novecento e negli organi
istituzionali per esempio Moya Dodd dell’Asian Football Confederation: le signore che hanno attuato il proprio
empowerment partendo dalla passione per il pallone non sono poche! Un libro
appassionato e appassionante che rappresenta una fetta della popolazione molto
attiva, ma che spesso passa in secondo piano. Forse è ora di mettere le tifose
sotto i riflettori!
Marta Elena Casanova,
nata a Genova, ha tre grandi passioni: il calcio, la lettura e la moda. Da
qualche anno vive a Milano, dove ha iniziato a lavorare in redazioni di
periodici femminili occupandosi di moda. Da cinque anni per RocknRollRadio
conduce un programma settimanale che parla di cultura, letteratura e attualità.
Nel 2014 ha pubblicato Che libro mi metto oggi? (Editrice Bibliografica),
mettendo così insieme moda e classici della letteratura.
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