Dal 25 Marzo 1938 non sappiamo con certezza
cosa sia successo al geniale fisico Ettore Majorana. Nessuna verità storica è
stata raggiunta. L’autore di questo libro, già esperto di storia dei Servizi
Segreti italiani e del periodo fascista, ripercorre con prosa sintetica, ricca
e ritmata, tutte le più probabili ipotesi legate alla scomparsa di Majorana. Il
punto di partenza, almeno concettuale, dell' indagine è il contesto. Ovvero il
periodo in cui alcuni team legati alle grandi potenze del periodo stavano cercando
di sviluppare per primi una bomba grande come un’arancia che potesse spazzare
via un’intera città. Il congegno definitivo, la bomba atomica. Fatto sta che
Ettore Majorana, lo scomparso prematuramente, ebbe nella sua volta celeste una
straordinaria "congiunzione astrale". Fu al contempo allievo, amico e
“maestro” di due premi Nobel, uno italiano e l’altro tedesco, che si
riveleranno i massimi esperti in fisica nucleare posti alla direzione e alla
progettazione della Bomba Atomica: Enrico Fermi con il Progetto Manhattan per
gli Stati Uniti e Werner Heisenberg con il Club dell’Uranio per la Germania. C’era
poi un altro “team” di cui ancora ignoriamo molto. Ma sappiamo che vi partecipò
per esempio Bruno Pontecorvo, il più giovane fisico del gruppo di via
Panisperna, depositario del brevetto del ≪Metodo
per aumentare notevolmente il rallentamento dei neutroni≫ (1938), uno dei primi
passi per l'attuazione della bomba atomica. Nel 1953 a Mosca viene assegnato il
Premio Stalin a tale Bruno Maksimovič Pontekorvo, che aveva prestato le sue
competenze nel laboratorio di ricerche atomiche a Dubna… E fino a due più due
riusciamo a farlo tutti. Sarà Pontecorvo a scrivere in un saggio che Fermi
considerava Majorana ≪il
piu grande fisico teorico dei nostri tempi≫.
Mentre da l’altro “padrino”, ovvero
Heisenberg gli permetteva di correggere i propri errori e provava affettoe
stima talmente grande per il giovane Ettore che si intratteneva con lui giocando
a ping pong o a scacchi… Una cosa è sicura: Majorana, a differenza di
Pontecorvo, non era comunista. L’ipotesi più plausibile, che l’autore persegue,
è che Majorana sia finito nel Club dell’Uranio, alle dipendenze del suo maestro
e sodale tedesco complice anche “l’uomo di Amburgo” ovvero il marito dell’amata
sorella Rosina: Werner Schulze. Gli indizi sono tanti, la ricerca è
affascinante. Acampora, con interviste agli eredi tra i quali Stefano Roncoroni che intervistò
addirittura Albert Speer, non trascura nessuna pista anche se sa che davanti a
sé ha un compito arduo. Ovvero quello di trovare un uomo che ha avuto
dimestichezza con la teoria dei giochi e che poteva agevolmente, grazie al suo
eccelso cervello, calcolare tutte le varianti possibili. La scomparsa di
Majorana rimane uno dei misteri più affascinanti d’Italia, tutti gli
appassionati di storia gusteranno grazie all'ottima scrittura di Acampora
questa importantissima “caccia alla volpe”…
Angelo Acampora è ricercatore storico. Ha
collaborato con svariate testate giornalistiche e tenuto lezioni presso scuole
medie inferiori e superiori. È autore di diversi saggi storici, tra cui citiamo
in particolare: Shakespeare. Agente segreto al servizio di Sua Maestà. La morte
misteriosa (Controcorrente 2015). Per Odoya ha già scritto Senza licenza di
uccidere. Operazioni segrete militari italiane 1935-1943 (2017)
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