giovedì 31 maggio 2018

Novità in libreria - PAOLO GRUGNI DI PURA RAZZA BASTARDA (Laurana Editore). In libreria dal 5 giugno 2018


"Entra Matrano. Tozzo come un torello. Fronte bassa, occhi ravvicinati. Sguardo duro, ostile. Uno che per colazione mangia pane e veleno. Pura razza bastarda."
Milano, 1965: una città tranquilla, che pensa all'esordio di Pavarotti alla Scala. Una città abituata alla ligera, impreparata all'arrivo della malavita pesante dal Sud o di bande criminali come quella di Cavallero. Siamo nello stesso anno in cui quella che verrà chiamata «la strategia della tensione» diventa programmatica da parte della destra. Strategia che negli anni successivi porterà l'Italia allo scontro diretto con lo Stato (nemico e complice al tempo stesso) e con le forze politiche avversarie. Protagonista del romanzo è il commissario della questura di Milano Sergio Malfatti, ex partigiano delle Brigate Garibaldi. La sua vicenda personale e di poliziotto si legheranno sempre più indissolubilmente a quella dell’Italia. Bombe, stragi, terrorismo nero e rosso, golpe, Gladio, P2, servizi deviati e paralleli, corruzione, a cui fa da collante la storia della mafia. Si tratta di un progetto destinato a svilupparsi su una serie di romanzi che puntano a ricostruire la storia d’Italia dal 1965 fino al 1994. Dal ‘65 perché nel maggio di quell’anno si tenne a Roma, presso l’Hotel Parco dei Principi, un convegno sulla guerra rivoluzionaria in cui fu presente tutta l’estrema destra. Si finisce 30 anni dopo con l’avvento del governo Berlusconi. Il progetto presenta diversi elementi di novità. A partire dal protagonista: Sergio Malfatti non solo è il primo commissario comunista, ma è anche il primo personaggio cronologico della letteratura italiana, ovvero invecchierà ma mano che gli anni si susseguono. L’altra grande novità è che la storia della mafia verrà vista per la prima volta da Nord. Pura razza bastarda è solo l’inizio di un lungo viaggio, appassionante quanto sconvolgente, durante il quale la storia d’Italia verrà ricostruita nei suoi tragici passaggi. Senza fare sconti a niente e nessuno.
Paolo Grugni è autore dei romanzi Letit be (Mondadori, 2004; Alacràn, 2007, Laurana, 2017), Mondoserpente (Alacràn, 2006), Aiutami (Barbera, 2008; in ebook per Laurana 2014), ItalianSharia (Perdisa, 2010), L’odore acido di quei giorni (Laurana, 2011 e 2017), La geografia delle piogge (Laurana, 2012), L’Antiesorcista(Novecento Editore,2015), Darkland(Melville, 2015). È autore inoltre della silloge Frammenti di unodioso discorso (Laurana, 2017). Vive e lavora a Berlino.

ALLA SERRÈZZULA SI PRESENTA LA MEDICATTRICE





















Per "I primi venerdì della Serrèzzula" Cristina Caiulo, Salvatore Luperto e Anna Panareo venerdì 1° giugno 2018 dalle ore 20.30 alla "SERRÈZZULA" di Anna Misurale (si trova sulla via per Magliano n. 136, a circa 200 metri dall'abitato sulla sinistra - da Lecce, dopo la svolta per Porto Cesareo, superata la rotatoria devi girare al primo semaforo a destra) presentano il libro di Gabriella Margiotta dal titolo La Medicattrice (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Gabriella Margiotta, ci presenta storie che hanno una loro ragione e forza nell’oggi. Una drammaturgia nata dall’incontro e dall’esperienza diretta e quotidiana con persone in carne e ossa, le cui vite devono superare ostacoli e cercano varchi di liberazione verso e dentro l’arte e il teatro. Gabriella Margiotta nasce a Lecce. Si laurea a Roma in medicina. Da anni studia teatro e sta per diplomarsi all’Accademia di perfezionamento teatrale AMA di Lecce.
La medicattrice Gabriella Margiotta, ci presenta storie che hanno una loro ragione e forza nella pre-rappresentatività e pre-espressività. Una drammaturgia nata dall’incontro e dall’esperienza diretta e quotidiana con persone in carne e ossa, le cui vite devono superare ostacoli e cercano varchi di liberazione verso e dentro l’arte e il teatro. Drammaturgia di realtà, senza effetti di finzione e rappresentazione; di persone, senza personaggi e senza maschere. “Fondamentalmente Gabriella Margiotta ci fornisce con questo suo lavoro, una serie di indicazioni molto precise, su una lotta che prima o poi dobbiamo vincere sull’animale che ci si porta dentro, come direbbe il noto cantautore italiano Franco Battiato: l’Ego! Quando lo si sconfigge, quando smette di farci avere un appetito smisurato, per l’ambizione ingiustificata, per la gelosia livorosa, per l’ossessione del possesso, il desiderio di riconoscimento e di riconoscersi nell’altrui giudizio, ecco che liberi si può dire “ … non vado più di fretta!”, come ha scritto di lei Paola Scialpi

iQdB edizioni di Stefano Donno / Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 / 73107 Sannicola (LE) / Mail – iquadernidelbardoed@libero.it
Redazione (impaginazione e grafica) – Mauro Marino
Segreteria Organizzativa – Dott.ssa Emanuela Boccassini
Link blog editoriali
http://www.iquadernidelbardoedizioni.it/

mercoledì 30 maggio 2018

I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno


Una casa editrice per molti … ma non per tutti!
Ci trovate anche su ibs.it

Ettore Majorana Caccia alla volpe di Angelo Acampora per Odoya in libreria dal 31 Maggio 2018























Dal 25 Marzo 1938 non sappiamo con certezza cosa sia successo al geniale fisico Ettore Majorana. Nessuna verità storica è stata raggiunta. L’autore di questo libro, già esperto di storia dei Servizi Segreti italiani e del periodo fascista, ripercorre con prosa sintetica, ricca e ritmata, tutte le più probabili ipotesi legate alla scomparsa di Majorana. Il punto di partenza, almeno concettuale, dell' indagine è il contesto. Ovvero il periodo in cui alcuni team legati alle grandi potenze del periodo stavano cercando di sviluppare per primi una bomba grande come un’arancia che potesse spazzare via un’intera città. Il congegno definitivo, la bomba atomica. Fatto sta che Ettore Majorana, lo scomparso prematuramente, ebbe nella sua volta celeste una straordinaria "congiunzione astrale". Fu al contempo allievo, amico e “maestro” di due premi Nobel, uno italiano e l’altro tedesco, che si riveleranno i massimi esperti in fisica nucleare posti alla direzione e alla progettazione della Bomba Atomica: Enrico Fermi con il Progetto Manhattan per gli Stati Uniti e Werner Heisenberg con il Club dell’Uranio per la Germania. C’era poi un altro “team” di cui ancora ignoriamo molto. Ma sappiamo che vi partecipò per esempio Bruno Pontecorvo, il più giovane fisico del gruppo di via Panisperna, depositario del brevetto del Metodo per aumentare notevolmente il rallentamento dei neutroni (1938), uno dei primi passi per l'attuazione della bomba atomica. Nel 1953 a Mosca viene assegnato il Premio Stalin a tale Bruno Maksimovič Pontekorvo, che aveva prestato le sue competenze nel laboratorio di ricerche atomiche a Dubna… E fino a due più due riusciamo a farlo tutti. Sarà Pontecorvo a scrivere in un saggio che Fermi considerava Majorana il piu grande fisico teorico dei nostri tempi. Mentre da  l’altro “padrino”, ovvero Heisenberg gli permetteva di correggere i propri errori e provava affettoe stima talmente grande per il giovane Ettore che si intratteneva con lui giocando a ping pong o a scacchi… Una cosa è sicura: Majorana, a differenza di Pontecorvo, non era comunista. L’ipotesi più plausibile, che l’autore persegue, è che Majorana sia finito nel Club dell’Uranio, alle dipendenze del suo maestro e sodale tedesco complice anche “l’uomo di Amburgo” ovvero il marito dell’amata sorella Rosina: Werner Schulze. Gli indizi sono tanti, la ricerca è affascinante. Acampora, con interviste agli eredi  tra i quali Stefano Roncoroni che intervistò addirittura Albert Speer, non trascura nessuna pista anche se sa che davanti a sé ha un compito arduo. Ovvero quello di trovare un uomo che ha avuto dimestichezza con la teoria dei giochi e che poteva agevolmente, grazie al suo eccelso cervello, calcolare tutte le varianti possibili. La scomparsa di Majorana rimane uno dei misteri più affascinanti d’Italia, tutti gli appassionati di storia gusteranno grazie all'ottima scrittura di Acampora questa importantissima “caccia alla volpe”…
 Angelo Acampora è ricercatore storico. Ha collaborato con svariate testate giornalistiche e tenuto lezioni presso scuole medie inferiori e superiori. È autore di diversi saggi storici, tra cui citiamo in particolare: Shakespeare. Agente segreto al servizio di Sua Maestà. La morte misteriosa (Controcorrente 2015). Per Odoya ha già scritto Senza licenza di uccidere. Operazioni segrete militari italiane 1935-1943 (2017)

Tra i labirinti del cervello e gli abissi del cuore. Intervento di Stefano Elefanti























Dopo alcuni anni Donato Di Poce pubblica nuovamente Poesismi, (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) ovvero aforismi in chiave poetica, ribadendo la consueta e ormai nota abilità nell’inventare pensieri che stiano sempre in equilibrio tra i due generi letterari; d’altronde è l’autore stesso a ricordarci che spesso nell’arte la rigidità è un male (“Le regole creano cloni / le eccezioni lampi di verità”). La poesia, intendendo in questo caso anche la figura del poeta, emerge fortemente come tema centrale di molti componimenti. È evidente inoltre una critica alla società contemporanea che traspare in molti aforismi; Di Poce ci racconta un popolo che sembra sempre meno un insieme collettivo, incessantemente orientato, invece, verso criteri di mera apparenza o di partecipazione social più che sociale (“Facebook è un piccolo orto telematico / dove coltiviamo grandi sogni / in piccole zolle mediatiche / per questo nascono solo grandi solitudini reali”,“Non esistono mete da raggiungere ma solo viaggi da condividere”, “La solitudine è un albero che ci cresce dentro”). Su questo filone è doveroso citare il divertente “È una vita che siamo alternativi / ora cerchiamo di diventare normali”, che pare richiamare L’impresa eccezionale di Lucio Dalla. Una caratteristica che attraversa tutta la silloge è l’ambientazione spesso onirica dei componimenti; sovente poi si procede per immagini, il linguaggio diviene analogico e ciò che emerge è una sensazione di stupore (“Non è importante essere foglia o fiore / l’importante è essere rugiada”). Traspare quindi un suggerimento dell’autore che ci esorta a restare un po’ fanciulli lungo tutta la vita, conservando negli anni almeno la capacità di sorprenderci ogni giorno. Altri temi che emergono dalla raccolta sono il viaggio (inteso principalmente come mezzo per riscoprire se stessi) e il silenzio; in particolare Di Poce si concentra sull’ascolto del silenzio, vero fondamento su cui si erge la riflessione interiore tanto cara all’autore. In tal senso, rispetto anche ad altre raccolte, Poesismi Cosmoteandrici sembra un’opera attraversata da un maggiore intimismo. Sul piano stilistico, un particolare da evidenziare è la quasi totale assenza di punteggiatura, sostituita invece con la tecnica del testo a capo; così molti pensieri restano volutamente spezzati a metà (come sospesi) e si chiudono poi con il verso successivo, contribuendo ad aumentare notevolmente la pointe dell’aforisma (“Amo le donne perché sanno cucire / le ferite del mondo”).
Concludendo, la silloge si dimostra l’ennesimo tentativo riuscito di Donato Di Poce nel fare interagire aforisma e poesia, due mondi solo apparentemente lontani. Il risultato è dunque una raccolta dalla piacevole lettura, capace in molte parti di divertire all’istante ma anche di fare maturare, in un secondo momento, importanti riflessioni nella mente del lettore. D’altronde l’aforista poetico è, osando modificare un frammento dell’autore che ha come soggetto il poeta, “un equilibrista sempre in bilico / tra i labirinti del cervello e gli abissi del cuore!”.