Il fenomeno zombi non è
riducibile all'elenco di trame e critica dei film a tema. È da qui che parte
l’indagine di Gianmaria Contro: oltre la passione per l’horror. L’irresistibile
ascesa di un mostro senza qualità tratta piuttosto di pratiche funerarie, cronaca
nera, fantascienza, imbalsamazione, manoscritti medievali, cannibalismo,
tossine strane, culto della Santa muerte nei cartelli messicani della Droga,
Danze Macabre o di iconografia del cadavere. Non temano gli appassionati:
andare oltre l’elenco non vuol dire disertarlo, ma utilizzarlo per scoprire
confini e caratteristiche del vasto regno tra la vita e la morte. La moda
rivitalizzata da The Walking Dead (2010) e da World War Z (Marc Forester 2013)
ha radici antichissime: antesignani degli zombie si trovano anche in testi di
Leopardi (Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie), Edgar Allan Poe (“The
Premature Burial”), Philip K. Dick (Io sono vivo, voi siete morti ovvero Ubik)
e perfino nella Saga di Gilgameš (Tavola VI, 96-100.) E se la tv e il cinema
sono il loro habitat naturale (tante le opere citate), bisogna che il critico
non si dimostri nemico del morto vivente (come sostiene Max Brooks nel suo cult
Manuale per sopravvivere agli zombie), bensì catalogatore in grado di trovare
legami tra le trame e approfondirne i significati.
Contro (già autore per
Feltrinelli e attualmente a Bonelli editore) approfondisce la “Tanatopolitica”
grazie ad autori come Antonio Caronia o Danilo Arona, i quali tratteggiano
sbocchi concettuali attualissimi della potente metafora contenuta nelle storie
di non-morti. Il mostro zombificato diventa dunque consumatore “lavorato” da un
lato, sottoproletario in cerca di revanche dall’altro e addirittura (Giuliano
Santoro) “incrocia la figura del migrante” inquietando i residenti… La paura
dell’avverarsi di quello che abbiamo letto nei fumetti (Marvel, Dc comics e
l’EC comics di Tales from the Crypt) ha serie ricadute nel reale. Gli statunitensi ricercano compulsivamente i
termini chiave “apocalisse zombi”, tanto che il Centre of Disease Control è
stato costretto a dichiarare di ≪non
essere a conoscenza di alcun virus o particolare condizione che sia in grado di
rianimare i morti (o di indurre nei vivi sintomi di “zombificazione”)» (!) E se
la fenomenologia dello zombi comprende addirittura musical di successo (Evil
Dead. The Musical), numerose web series e i documentari come Zombies: A Living
History (David Z. Nicholson, 2011), come stupirsi del fatto che moltissimi
auspichino una realtà quotidiana stravolta da una morte che cammina, piuttosto
che morire di noia nel nostro universo diretto dalla dicotomia morte/vita?
Gianmaria Contro, nato a Milano nel 1968,muove
i primi passi in editoria tra i redattori de La Rivisteria, periodico di
informazione e dibattito sul mercato del libro. Nel 1998 realizza per
Feltrinelli il volume Il mercato del terrore – Mostri e maestri dell’horror.
Dal 2003 al 2007 è membro permanente della redazione del mensile HorrorMania e
autore per la rivista-gemella ThrillerMania, entrambe pubblicazioni delle
Edizioni Master. In seguito, nel 2013, si unirà alla breve avventura della
testata Horror Time (Eligio Editore). Collaboratore occasionale di varie case
editrici (fra cui Condé Nast, Mondadori, Addiction, Gargoyle Books, Coniglio
Editore), dal 2002 lavora stabilmente presso la Sergio Bonelli Editore, per la
quale ha curato varie collane (oggi è responsabile, e occasionalmente
sceneggiatore, del mensile Le Storie) e firmatario di numerosi articoli e
mini-saggi.
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