Una vicenda di
disperazione e coraggio realmente accaduta, ma completamente reinventata, che
attraverso il filtro delle misteriose pieghe dell’anima ci riporta a un tragico
recente passato. Nel 1938 si riuniscono 32 Paesi per affrontare il problema
degli ebrei in fuga da Germania e Austria. Molte belle parole ma in pratica
nessuno li vuole. Una sorprendente analogia con il dramma dei rifugiati ai
nostri giorni. Nello stesso anno 1938 vengono promulgate in Italia le infami
Leggi Razziali. Come e con quali spinte interiori il singolo uomo reagisce ai
colpi nefasti della Storia? Ci sarà qualcuno disposto a ribellarsi di fronte ai
tanti spietati sbarramenti? In questo nuovo emozionante romanzo Lia Levi torna
ad affrontare con particolare tensione narrativa i temi ancora brucianti di un
nostro tragico passato. Genova. Una famiglia ebraica negli anni delle leggi
razziali. Un figlio genio mancato, una madre delusa e rancorosa, un padre
saggio ma non abbastanza determinato, un nonno bizzarro, zii incombenti, cugini
che scompaiono e riappaiono. Quanto possono incidere i risvolti personali nel
momento in cui è la storia a sottoporti i suoi inesorabili dilemmi? È possibile
desiderare di restare comunque nella terra dove ci sono le tue radici o è
urgente fuggire? Se sì, dove? Esisterà un paese realmente disponibile
all’accoglienza? Alla tragedia che muove dall’alto i fili dei diversi destini
si vengono a intrecciare i dubbi, le passioni, le debolezze, gli slanci e i
tradimenti dell’eterno dispiegarsi della commedia umana.
Nessun commento:
Posta un commento