Un autobus con dei
passeggeri che a guardarli sembra che dicano tutti "Anche da lontano, si
vede, che non mi vuoi più bene", una collega che quando la chiamano al
telefono lei dice «Obitorio, buongiorno», una moglie con cui non si è sposati
che è grama come le verze bagnate, una barista che quando le chiedi un toast ti
chiede se te lo deve scaldare, una figlia che sa a memoria una canzone di
Orietta Berti, un prete russo che sta cercando di avviare il processo di
beatificazione di Stalin, un avvocato che imita Gianni Agnelli e telefona ai
suoi clienti alle sei e quaranta del mattino, un insegnante di religione
cattolica che, quando si va a confessare, il primo peccato che dice è: «Insegno
la religione cattolica», una collega appassionata di trapani che ha un dogo
argentino che si chiama Satana, un protagonista convinto che la vita è orribile
e meravigliosa: tutte queste cose, e qualche altra ancora, forse fanno un libro
che, se uno ha un po' di pazienza, forse riesce a leggerlo dall'inizio alla
fine.
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