(…) Coriano è un
poeta che nutre sospetto verso la mercificazione della letteratura imposta
dalle logiche editoriali. Alla pubblicazione di un testo preferisce la lettura
pubblica dei suo versi. Le sue performance, nei reading diffusi che hanno
animato il Salento in questi ultimi anni, sono impronte graffianti che hanno
lasciato un segno. Ritornano nelle sue liriche alcune immagini-simbolo
ossessive: carne, sangue, corpo, deserto, parole, silenzio, guerra, dolore.
Attorno a questi refrain si costruiscono i tasselli della sua denuncia
stridente, del suo j’accuse disperato (…)” (Rossano Astremo su Booksblog)
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