L’arte della scrittura
si sostanzia nella stesura di un testo, sia esso un haiku, sia esso un corposo
manuale o saggio. Ciò detto, va subito sottolineato che, il processo di
produzione di un elaborato letterario si avvia col pensiero, il quale, poi, si
riverbera, nero su bianco, sulla pagina. E qui v’è quindi da mettere in luce
una circostanza, e cioè che esiste un rapporto dialogico, circolare tra il
pensiero e lo scritto. Una volta che il pensiero ha dato il primo impulso,
questo si traduce, quindi, sulla carta, ma, a sua volta, questa dà stimoli al
pensiero. Pertanto, nel pensare, nello scrivere, rileggere, correggere,
integrare, ripensare e rileggere ancora, scritto e pensiero si influenzano
reciprocamente. In ultima analisi, si potrebbe facilmente arguire che, mediante
l’arte della scrittura, il pensiero dialoga con se stesso, portando ad un
processo rivelatore e di scoperta, che appare sulla carta. Eppure tra pensiero
e scritto definitivo esiste sempre una frattura, una distanza. Lo scritto non
sarà mai in grado di riprodurre in pieno il pensiero: ci dice molto di questo,
ma non tutto (Mauro Ragosta)
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