Si ritorna dove tutto è cominciato,
il 26 luglio 2018, ore 20:30 alla Cantina San Donaci (Via Mesagne, 62 – 72025
San Donaci - Brindisi) . Impegno e Disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R.
Gaetano è accolto nel borgo d'origine dell’autore, in una serata che vedrà il
dibattito disincantato venir accarezzato da figure di alto spessore
socio-culturale: il curatore della prefazione, nonché padrino dell'opera Prof.
Marcello Aprile, la dottoressa, studiosa dei volgari italici, Serena Ajala,
l'editore de I Quaderni del Bardo Edizioni, Stefano Donno, e infine lo
scrittore e sceneggiatore Andrea Martina. Il tutto allietato qualitativamente
dagli interventi del Teatro Dei Cinch, e ancora Antonio Giannuzzi e Mauro
Sinigaglia. L’accoglienza è affidata al presidente e al vicepresidente
della Cantina, Marco Pagano e Giuseppe Vergine, che offriranno una deliziosa
degustazione al termine del piccolo viaggio poetico. L'evento è patrocinato
dall'Amministrazione San Donaci, su iniziativa dell'assessore alla cultura,
Teresa Donateo, ed è immerso nelle celebrazioni per gli 85 anni
dell'istituzione cooperativa messapica.
Il progetto verso l'UMANESIMO NUOVO
DI IMPEGNO E DISINCANTO
IMPEGNO E DISINCANTO IN PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R.
GAETANO DI ANNIBALE GAGLIANI (I QUADERNI DEL BARDO EDIZIONI DI STEFANO DONNO)
CON LA PREFAZIONE DI MARCELLO APRILE, PROFESSORE
ORDINARIO DI LINGUISTICA ITALIANA DELL’UNIVERSITÀ DEL SALENTO E RESPONSABILE
DELLA LETTERA “D” DEL DIZIONARIO ETIMOLOGICO “LEI”
Ha inaugurato il suo cammino in questi giorni il libro
di Annibale Gagliani, «Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R.
Gaetano», i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno. Quattro
fuoriclasse del nostro Novecento: un professore, un filosofo e due poeti. In un
frangente storico di profonda povertà valoriale e artistica, essi ci indicano
la strada verso l’Umanesimo Nuovo, analizzando emozionalmente e asetticamente
gli ultimi centosessant’anni d’Italia e del mondo Occidentale (bilaterale). I
Quattro emanano una luce invincibile, in grado di penetrare nelle tenebre
contemporanee che svuotano progressivamente l’individuo. La loro arte è
disincanto allo stato puro: poesia, prosa, cinema, teatro e musica: le armi più
potenti per sfuggire all’omologazione socioculturale del Duemila. Il 68 è un
grosso inganno, le mode del mercato sono letali, la mancanza di sensibilità
civile sempre più evidente. In questo viaggio disincantato, eseguito attraverso
i testi, le fonti e le testimonianze più vicine agli artisti, si può
rivoluzionare se stessi, abbracciando umanamente le incommensurabili profezie.
Per Gagliani la scelta di affidarsi a questi Quattro
a-topos della parola, del silenzio e del suono non è casuale: «Essi
sono i più attuali che la nostra cultura contemporanea abbia sfornato e lo
saranno per sempre, come accade ai più grandi. Sono visionari, sensibili ed
estremamente innovativi. Tutto l’opposto del 99% degli pseudo-artisti che
navigano in mainstream oggi. Quest’ultimi narrano il falso: i tatuaggi, il look
alla moda e l’aria dannata li fa sembrare all’avanguardia, invece sono obsoleti
dentro. I veri narratori della nostra epoca e del prossimo trentennio sono PPP,
FDA, GG e RG». Come
afferma Paolo Dal Bon – presidente della Fondazione Giorgio Gaber – all’interno
del saggio, «Essi hanno “un’intatta percezione del
dolore”. Sono tutti e quattro intellettuali degli ultimi, narratori delle
ingiustizie terrene verso i più deboli e osservatori delle grandi
contraddizioni dell’uomo contemporaneo».
I Quattro Profeti hanno in comune la letteratura
di formazione e le battaglie combattute, contaminandosi a vicenda
indirettamente. Pasolini ha profondamente ispirato, soprattutto con i suoi Scritti
Corsari, Faber, Gaber e Rino Gaetano. De André e Gaber sono gli artisti di
punta del Sessantotto e si sono ritrovati ad avere una determinante amicizia in
comune: Luigi Tenco, che ha collaborato con tutti e due e dopo la sua morte ha
cambiato la vita a entrambi. Riguardo Rino Gaetano, è cresciuto leggendo
Pasolini, ascoltando De André e guardando Gaber a teatro.
In estrema sintesi, un professore delle arti, PPP, un
poeta tradizionale aperto al futuro, FDA, un vero filosofo, GG, un poeta
fantascientifico che stazionava già nel futuro, RG, hanno scelto la strada più
ardua, non violentando loro stessi ed esprimendo un’arte di fortissimo impegno
e disincanto sociale. Venivano criticati dagli “intellettuali” del potere,
dalla gente frivola che ghettizzava i loro testi per evidenti deficit di
sensibilità. Uniti, tutti e quattro, sono invincibili. Diventano un’arma
dolcissima in grado di colpire e migliorare una generazione, quella
dell’autore. Gagliani spiega le intenzioni del suo lavoro: «Se il
saggio verrà letto da tanti giovani, magari si accenderà la curiosità di
ascoltare con spirito nuovo i cantautori che cito, omaggiando di conseguenza
l’opera totale di Pasolini. Allora sì, questo viaggio avrà un senso. Allora sì,
ne sarà valsa la pena».
«Il primo libro di Annibale Gagliani
è lo sviluppo di un traguardo personale importante, lungamente pensato, sviluppato,
limato, articolato negli anni precedenti, in cui l’autore ha esercitato una
pazienza non comune ed è andato alla ricerca di fonti e interpretazioni che
spesso sono testimoniali e di prima mano […]. Quando si ha a che fare con
quattro icone riconosciute della cultura alta e popolare dell’Italia
contemporanea non è facile dire qualcosa di nuovo, o anche semplicemente non è
scontato evitare di scrivere quattro profili staccati e avulsi, estranei tra
loro, tanti quanti sono gli artisti (tutti Maestri della parola, tre su quattro
anche del suono) che l’autore ha illustrato in questo libro. Ne è venuto fuori
un percorso duro, compatto, radicale; un insieme in cui appare chiaro, nelle
persino ovvie diversità di espressioni, temi, percorsi (anche politici), epoche,
che cosa unisce Pier Paolo Pasolini, Fabrizio De André, Giorgio Gaber e Rino
Gaetano. Com’è giusto, Annibale Gagliani salta sulle differenze e nota affinità
mai venute fuori prima, che però sono lì, pronte per essere scoperte». (Dalla prefazione di «Impegno e disincanto in
Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano», curata dal Prof. Marcello Aprile)
Annibale
Gagliani nasce a Mesagne (BR) il 4 ottobre del 1992. Si laurea con lode in
Lettere Moderne all’Università del Salento, dopo aver discusso una tesi sul
linguaggio disincantato. È tra i vincitori della seconda edizione del Master in
Giornalismo 3.0 di Nuovevoci Network, a Napoli. Comincia il suo sentiero
narrativo ricevendo il premio della critica alla terza edizione del concorso
letterario nazionale “Fuori dal cassetto”, per un racconto dedicato ai
lavoratori dell’ILVA, “La vita è un viaggio favoloso”. Nel 2013 instaura una
collaborazione con l’amministrazione del comune di San Donaci (BR) e diviene
responsabile del laboratorio urbano “Officine Creative”, promotore della
cultura di strada. Nel 2014 costruisce e organizza, assieme al Professore
Marcello Aprile, la rassegna universitaria di seminari rivoluzionari, “Cafè
Barocco Revolution”, che registra cinque edizioni. Nel 2015 lavora come
reporter per la web tv d’Ateneo dell’Università del Salento, The Box Tv. Alla
fine dello stesso anno si distingue come narratore al Workshop giornalistico di
Sportitalia, a Milano. Nel 2016 diventa responsabile della sezione culturale di
«Leccecronaca.it», dove racconta vizi e virtù del
Tacco d’Italia. Alla fine del 2016 avvia una collaborazione con «Rompipallone.it», curando una rubrica video che
fonde l’arte al calcio: “L’arte del gusto calcistico”. Nello stesso periodo è
corrispondente di Radio Dimensione Italia per il calcio internazionale,
editorialista di punta per «Sport
in Condotta» e ospite della
trasmissione leccese Piazza Giallorossa. Dal 2017 collabora con il «Nuovo Quotidiano di Puglia», raccontando l’ardente cronaca
della provincia di Brindisi. Da gennaio 2018 narra di letteratura e politica
per la rivista romana «L’Intellettuale
Dissidente», e di musica e
sport per il periodico «Contrasti». È conosciuto negli ambienti
culturali salentini per le sue poesie anarchiche, che profumano di simbolismo e
lasciano un sapore romantico sulle labbra. Tra i suoi modelli intellettuali,
oltre ai Quattro Profeti del saggio «Impegno
e disincanto», ritroviamo
Albert Camus, Roland Barthes, Leonardo Sciascia, Eugenio Montale, Beppe Viola e
Gianni Brera.
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edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
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