La
poesia di Chiara Evangelista è fatta da "Una scrittura che si rifiuta alla
noia. Il lettore si abbandoni alla continuità alternata alla discontinuità
delle sillabe convocate sulle pagine. Penso che in questo libro si assista alla
messa in parodia del rapporto tra il linguaggio e la verità. Ne risulta che il
lettore viene travolto dalla frenesia festosa insita, ma celata, nel linguaggio
comune". (Dall'introduzione di Tomaso Kemeny)
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