“Tutti i grandi
visionari hanno saputo vedere oltre i propri limiti e Bencini è uno di loro, ma
con in più due doni preziosi e rari; la generosità e l’umiltà di farci vedere
da vicino il taccuino interiore della sua anima, e questo me lo ha reso uno
degli artisti più veri e stimati a cui mi lega una trentennale amicizia. Ennio,
figlio d’Arte (il padre era un apprezzatissimo pittore postmacchiaiolo), ha
respirato la cultura del rinascimento toscano con esperienze giovanili di orafo
e restauratore, esperienze che nella sua pittura e scultura successiva sono
venute fuori con prepotenza ed eleganza, a volte ai limiti del manierismo,
sempre però in equilibrio con la cultura avanguardistica del ‘900 e la sua
corrente materica (Burri e Arte povera) e del re cycling di Rauschenberg. I
manufatti liturgici che fisicamente innesta nei suoi quadri(cibori, cornici,
reliquiari sabbia nera di emamtite e spine di carrubo, etc…), ci connettono al
suo mondo spirituale e le sue tavole sono preghiere di grazia e insieme parabole
metafisiche. L’Artista ha lavorato per cicli tematici e nuclei materici,
approdando negli ultimi anni a cicli di lavori straordinari “ Pietre”,
“Cancelli” , “Piogge”, “Tondi”, “Eclissi”, “Nature morte”, “Pagine musicali” in
un’etica dell’arte come esperienza.
Photo by Felix Russell-Saw on Unsplash
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