Il nuovo anno per la casa
editrice I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno si apre con un nuovo
percorso di dialogo editoriale e culturale. Il primo appuntamento è Pubblica
Lettura 02 – Il falò della follia di Federico Lenzi (I Quaderni del Bardo
Edizioni per Amazon) il 30 gennaio 2020 ore 18,00 presso il Dandy Caffè
Letterario in via Della Grada 4/e a Bologna.
Introduce il poeta e critico letterario Pietro Romano.
La banalità non merita poesia e Federico
Lenzi qui sembra rispondere, con convinta adesione, a quanto Maurizio Cucchi
andava affermando circa venti anni addietro. Si era appena entrati nel nuovo
millennio e, notando che «la poesia civile non è genere che goda oggi di
particolare fortuna», si diceva «convinto che il poeta abbia anche un dovere di
interpretazione e intervento, di critica
e denuncia, rispetto alla realtà del suo tempo». Possiamo parlare, dunque, di
sistema nella riflessione poetica di Federico Lenzi? Sarebbe troppo impegnativo
e si caricherebbe di eccesive responsabilità un neomaggiorenne. Con le
inevitabili limitazioni dovute alla sua giovane età e con l’ammirazione per le
sue numerose e piacevolmente disordinate frequentazioni culturali e letture,
sembra di poter intravedere – talvolta in maniera evidente, talaltra in forma
accennata – quanto Matteo Lefèvre, qualche anno fa, scrisse a proposito di una
bella e controversa voce statunitense, parlando di «una poesia... comprometida,
“impegnata”» e ponendo così in luce una «voce… libera e fresca, mai ingessata o
annunciata». È questa freschezza di verso, che consente di descrivere un
recinto di valori per la poesia di Federico Lenzi; un recinto ampio con diverse
possibilità di essere allargato, non un hortus conclusus che ha il sapore
dell’egoismo e della sufficienza, piuttosto che dell’organicità e della
necessità di contaminarsi. Del resto, sono passati appena cinque anni da quando
– già fisicamente fuori misura rispetto ai coetanei – Federico Lenzi usciva
dalla scuola media, a volte “solo e pensoso”, tirandosi dietro il trolley di
libri: immaginavo tanti libri e tanto spazio vuoto in quella valigia. Invece
no, con i libri c’erano anche tanti frammenti e lacerti di un discorso che in
queste pagine egli ha cercato di comporre in maniera più compiuta. È da credere
che siano rimasti nel trolley tanti altri frammenti da elaborare e per questi
ultimi il tempo della fioritura sembra già alle porte. (dalla prefazione di
Angelo Sconosciuto)
Federico Lenzi nasce a Brindisi il 24
agosto nel 2001. Si dedica all’attività
poetica a partire dai quindici anni, trovandola unico sfogo per liberarsi da
quelle prigioni che alcuni chiamano adolescenza, altri prospettiva di vita.
L’iniziale incanto della parola fine a se stessa viene poi mutato in favore di
un’opera che tenti l’abbattimento di una società marcia, filo conduttore di
questa raccolta. Da sempre affascinato
dallo studio delle Lettere, studia e vive a Bologna, dove ancora si dedica
all’Arte in attesa di idee più alte
In copertina:Burn it to the ground by
Christopher Burns on UnsplashPhoto by Camila Quintero Franco on Unsplash Photo
Photo by Elijah O’Donnell on Unsplash
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