sabato 29 febbraio 2020
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Shop online Shopping on line Marketplace On line Shop Builders Negozio On line: Stefano Donno ... il pop non è un'esaltazione del Nulla!
venerdì 28 febbraio 2020
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giovedì 27 febbraio 2020
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mercoledì 26 febbraio 2020
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martedì 25 febbraio 2020
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lunedì 24 febbraio 2020
I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno per Amazon
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domenica 23 febbraio 2020
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sabato 22 febbraio 2020
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venerdì 21 febbraio 2020
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giovedì 20 febbraio 2020
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mercoledì 19 febbraio 2020
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martedì 18 febbraio 2020
Ottavio Rossani alla Ubik di Como con le sue nuove pubblicazioni
Le ultime due
pubblicazioni in versi di Ottavio Rossani saranno presentate alla Ubik di Como
in Piazza San Fedele 32 il 19 febbraio 2020 ore 18,00. Dialoga con l'autore
Laura Garavaglia, presidentessa de "La Casa della Poesia" di Como.
Evento in collaborazione con "La casa della poesia di Como"
Vale la pena di scrivere
ancora poesie d'amore? Nella tradizione italiana la poesia d'amore è una
tendenza incancellabile, divisa tra due lunghe traiettorie, dantesca e
petrarchesca. Ottavio Rossani ritiene che non si può fare a meno della poesia
d'amore. Ma anche che bisogna trovare un modo nuovo di inventarla. L'amore è
passione, è vita, è morte. Amare è vivere, forse saper vivere. Forse anche
sapersi preparare al finale dell'esperienza esistenziale, perché nell'amore è
implicito anche il dolore di perderlo. Non saper amare è lentamente morire in
un risentimento per quel che poteva essere e non è stato. In questo canzoniere
d'amore, l'autore celebra l'amore anche come riconoscimento dell'altro/a, il
dono gratuito che rende uomini e donne degni di generare vita. Come la poesia
stessa, quando incondizionatamente annuncia il futuro.
Soverato di Ottavio
Rossani (Auto-antologia con poesie inedite 1976 – 2018) edito da I Quaderni del
Bardo Edizioni di Stefano Donno - Nato
nel 1944 Rossani vive a Milano e ha alle spalle una lunga carriera di inviato
speciale per il Corriere della Sera. Laureato in Scienze Politiche e Sociali
all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Numerosi i premi ricevuti
tra i quali nel 1976 il premio Cronista dell’anno e nel 1990 il Premio
internazionale Colombini. Il volume inaugura la collana Fuochi che sarà diretta
dallo stesso Rossani. Il progetto editoriale, che prevederà poche uscite
annuali, verterà sull’individuazione di quelle voci poetiche del nostro paese,
che secondo il curatore generano, mantengono e comunicano un “fuoco” di forza
stilistica, formale e metrica in grado di incendiare gli animi del lettore. “Sono
orgoglioso e felice di annoverare nel catalogo – dichiara l’editore Stefano
Donno – una firma autorevole e prestigiosa come Ottavio Rossani. L’idea di
questa nuova avventura de I Quaderni del Bardo Edizioni nasce nella semplicità
di un incontro di esperienze e vita tra me e Rossani, che sin da subito ha
fatto nascere la voglia del dialogo, del voler costruire insieme una bella
esperienza poetica che lascerà sicuramente il segno.”
La luna negli occhi di
Ottavio Rossani Nino Aragno editore - Vale la pena di scrivere ancora poesie
d’amore? Nella tradizione italiana la poesia d’amore è una tendenza
incancellabile, divisa tra due lunghe traiettorie, dantesca e petrarchesca.
Ottavio Rossani ritiene che non si può fare a meno della poesia d’amore. Ma
anche che bisogna trovare un modo nuovo di inventarla. L’amore è passione, è
vita, è morte. Amare è vivere, forse saper vivere. Forse anche sapersi
preparare al finale dell’esperienza esistenziale, perché nell’amore è implicito
anche il dolore di perderlo. Non saper amare è lentamente morire in un
risentimento per quel che poteva essere e non è stato. In questo canzoniere
d’amore, l’autore celebra l’amore anche come riconoscimento dell’altro/a, il
dono gratuito che rende uomini e donne degni di generare vita. Come la poesia
stessa, quando incondizionatamente annuncia il futuro.
Info
como@ubiklibri.it
lunedì 17 febbraio 2020
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domenica 16 febbraio 2020
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ROMANZO CAPORALE DI ANNIBALE GAGLIANI A GENOVA
Lunedì
17 febbraio 2020, ore 17:00, presentazione dell'ultimo libro di Annibale
Gagliani, Romanzo caporale, presso la Libreria San Benedetto, in via G.
Donizzetti 75 r, Genova. Dialoga con l'autore Renata Barberis. La Libreria è il
punto di riferimento letterario della storica Comunità San Benedetto al Porto
di Don Andrea Gallo, baluardo di solidarietà e impegno civile attraverso
l'omonima cooperativa sociale tra le luci della lanterna. L'ingresso è
gratuito.
La
fine dell’uomo nel caos italiano. Sulla terra vermiglia della Cava di Bauxite,
a Otranto, il suicidio narra, attraverso il flusso di coscienza, la vita da
cacciatore di lucciole del protagonista, che ricorda l’Alì dagli occhi azzurri
di Pier Paolo Pasolini.
Un
condottiero possibile del Kenya, animato da due modelli filosofici: don Donato
Panna e Thomas Sankara. La corruzione politica del suo Paese lo costringe a
fuggire in Italia col sogno di costruire un avvenire di pace per la sua
famiglia. La disumana navigazione sul Mediterraneo lo conduce in una terra
intollerante, avvolta da buio impenetrabile. Ma lui, come Sisifo, porta il
masso sopra la montagna. Diventa schiavo del caporalato, ma non s’arrende:
sfida il Fattore C sedimentato tra le sinapsi della gente comune. La tragedia,
dalla sequenza circolare, ha due insegnanti autorevoli: la storia e il dolore.
Il giovane antieroe è l’effige più lucida dello stoicismo di Lucio Anneo
Seneca.
Dalla
prefazione di Fabrizio Peronaci: «In un tempo in cui le semplificazioni e il
corrivo andare incontro agli umori malmostosi della piazza hanno un triste ma
indiscusso sopravvento, guardare le cose attraverso gli occhi azzurri e i sensi
in fibrillazione di un giovane sognatore africano può diventare operazione
poetica e rivoluzionaria allo stesso tempo. Per la sua valenza conoscitiva, per
l’umano calore che promana e per qualcosa di cui le classi governanti
(italiane, europee, planetarie) dovrebbero farsi artefici veri, al di fuori e a
prescindere dal mainstream: una cultura autentica dello scambio, del confronto
e del comune sentirsi sotto lo stesso cielo, che azzeri distanze e diffidenze
tra popoli e con esse tentazioni al comando e automatismi belligeranti. Il
protagonista di “Romanzo caporale” – alter ego in versione nero ebano
dell’autore e dei tanti perplessi e orgogliosi di essere minoranza, sulla
questione migranti, all’ombra dello zeitgeist – ha un grande merito: modificare
il punto di vista, sforzarsi di assumere una prospettiva africocentrica, ferma
restando la consapevolezza che non è il luogo natio a dirimere ma il cuore e la
passione, il sentimento della condivisione, lo stesso che orgogliosamente
conduce nei paesi più poveri e disarmati quei paladini della dignità e della
giustizia che sono i missionari, laici o con i voti poco importa. Come il
sacerdote pugliese amico del ragazzo kenyota che si propone come leader di un
movimento di liberazione politica e delle coscienze, ma finisce nel mirino
della polizia locale ed è costretto alla fuga… La trama accende una luce dove
prevale il buio dell’egoismo e della diffidenza. Dall’Africa all’Italia, dove
“le cose erano cambiate drasticamente” ma la passione tra un uomo e una donna
ha sempre lo stesso sapore, e “i baci profumano di ciliegia”, il viaggio di
Annibale Gagliani racconta la violenza ottusa degli sfruttatori e l’indomabile
istinto di fratellanza dei calpestati, la stolta ferocia della crescente
intolleranza e la fiera dignità di chi accoglie e include, nel nome di una
cristiana solidarietà e di un illuministico progresso della stirpe».
Dalla
postfazione di Raffaele Gorgoni: «È il Cuore di tenebra della porta accanto […]
le pagine di Annibale seguono, passo dopo passo, il doppio itinerario fisico e
mentale di un migrante, con la precisione straziante di chi sa, in un mondo che
si accanisce nel fingere di non sapere. Se l’abiezione del neocolonialismo è
del tutto dispiegata nella sua macabra efficacia, la non sorpresa è che
l’Europa si sta, in questo scorcio di millennio, ricongiungendo alla sua
identità più degradata. Tutto quello che si riteneva sepolto per sempre sotto
le macerie della Seconda Guerra Mondiale è più vivo che mai. […] L’Europa,
l’altra Europa, quella che dopo gli orrori del nazismo, del fascismo, del
franchismo e del salazarismo e di Vichy, scandì le retoriche del mai più, oggi
balbetta la sua indignazione e incespica in ovvietà buonsensaie. Ma il migrante
raccontato da Annibale Gagliani sa. Sa che non saranno i solidarismi pietistici
e ancor meno il charity business a strappare l’Africa e il suo popolo in fuga
alla miscela letale di neocolonialismo e insorgente razzismo che l’Occidente
inietta nelle sue stesse vene. […] Gagliani racconta con cruda nettezza che
l’ultimo domicilio conosciuto del migrante sono le estreme periferie degradate
della metropoli o i tuguri e le bidonvilles dei lavoranti in agricoltura …
meglio dire le vite nelle mani della criminalità organizzata in un caso o dei
caporali nell’altro. Il caporalato è essenza dell’essenza di questa
narrazione».
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sabato 15 febbraio 2020
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venerdì 14 febbraio 2020
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giovedì 13 febbraio 2020
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mercoledì 12 febbraio 2020
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Pelle accesa (Burning skin): nuova edizione di Maria Caspani (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
“In
questi versi, pubblicati in italiano con a fronte la traduzione in inglese
fatta dalla stessa autrice, Caspani riesce a trasmettere al lettore una visione
del mondo contemporaneo acuta e mai scontata, affrontando tanti temi di
drammatica attualità, grazie anche alla professione di web producer e reporter
svolta durante gli anni di soggiorno a Londra, quando si occupava di diritti
umani e delle donne”. (Dall’introduzione di Laura Garavaglia)
È
tutto questo che infiamma la pelle, che genera nell’autrice una conflittualità
irrisolta e permanente, i cui esiti non possono essere definiti né trovare un
approdo nell’ambito di questo scarno libretto: mi pare piuttosto un campo
aperto, una “Battaglia” (per citare il titolo ancora di un’altra poesia) che
deve ancora cominciare, sebbene i pensieri dei contendenti siano “già stanchi”
come se l’esito fosse scontato, o non così importante. Il problema non è come
finirà, il problema è che sia –ancora- una battaglia. È lo stato d’animo
complessivo quello che Maria Caspani vuole trasmetterci e la “pelle accesa”
vale probabilmente anche come un segnale d’allarme, un semaforo rosso per
indicarci che le cose non vanno come dovrebbero, il rapporto tra noi e le cose
e noi e noi stessi non è quello giusto, e forse sarebbe il caso di crearsi uno
spazio per fermarsi e pensarci su. Leggere queste poesie non è certamente
sufficiente, le parole hanno mancato da tempo la loro missione, tuttavia…
(Andrea Tavernati)
Dopo
aver conseguito una laurea triennale in filosofia e un master in giornalismo a
Milano, si trasferisce a Londra per lavoro. Approda alla Reuters Foundation
dove lavora come web producer e reporter occupandosi di diritti umani e delle
donne. Nel 2014 si trasferisce a New York lavorando prima come corrispondente
dall'ONU per Reuters Foundation e dal 2015 alla Reuters Digital, dove si è
occupata di social media e live news durante la campagna presidenziale
americana del 2016. Dal 2018 si occupa di sondaggi condotti da Reuters in
partnership con l’agenzia Ipsos. “Scrivere ai margini della vita” (I Quaderni
del Bardo, 2019) in inglese e italiano, è la sua nuova raccolta di poesie
Photo
cover by Marco Tommaso Fiorillo
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